Autore: Livio Arcidiacono

  • Quali orecchini indossare in base al tuo look

    Quali orecchini indossare in base al tuo look

    Gli orecchini sono un accessorio che è spesso in grado di far fare un vero e proprio salto di qualità al nostro look. Ma, come in tutti i salti, è facile cadere in uno strafalcione di dimensioni colossali. Scegliere quali orecchini indossare può sembrare facile, ma non lo è affatto! Ci sono tantissime variabili da considerare; qual è l’occasione? E’ una cena formale di gala oppure una semplice rimpatriata fra amici? E ancora: che tipologia di vestiti abbiamo scelto? Abbiamo optato per una mise elegante, raffinata, ricercata, con un vestito già molto appariscente? Oppure il nostro vestito è molto sobrio e possiamo osare proprio con gli accessori?

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    Insomma, come già sicuramente saprete, la scelta non è per niente facile. Ogni donna ha avuto almeno una volta un momento d’indecisione davanti allo specchio, fissando un paio di orecchini del quale non era del tutto convinta. Come fare allora per scegliere quali orecchini indossare e come essere sicuri di non sbagliare?

    Noi abbiamo raccolto qualche suggerimento per scegliere gli orecchini in base al tuo aspetto!

    Quali orecchini indossare in base al colore dei capelli

    Guai a sottovalutare le questioni cromatiche! Possono sembrare ininfluenti, ma il nostro cervello registra molto velocemente se ci sono dissonanze di colori (talvolta più velocemente di quanto colga, per esempio, le forme). Quindi è sempre bene valutare il proprio colore di capelli e sfruttare gli abbinamenti giusti. D’altronde, lo facciamo con gli abiti, perché gli orecchini dovrebbero essere un discorso a parte?

    Se avere dei capelli castani il consiglio di uno stilista come Franco Lorenzon è quelli di puntare su orecchini come creino giochi di colore. Pietre come quarzo e ambra sono particolarmente indicate perché creano effetti di trasparenza. Se invece avete i capelli scuri potete creare un contrasto con orecchini in multicolor di diverse gradazioni e materiali, che possano quindi riflettere la luce.

    I capelli rossi invece vengono valorizzati da orecchini che ne riecheggino le calde note: orecchini in oro, ma anche in madreperla e ambra. Per le bionde invece il consiglio è di andare sul classico e optare per dei semplici orecchini in argento od oro; in questo caso è infatti sconsigliabile osare eccessivamente.

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    Quali orecchini indossare in base alla lunghezza dei capelli

    Anche la lunghezza dei capelli influisce nella scelta, quindi? Ebbene sì. Anzi, in teoria andrebbe considerato anche il trucco – oltre che, ovviamente, il nostro vestiario. Ma preferiamo fare un passo alla volta, ripromettendoci di fare un successivo articolo in futuro se l’argomento dovesse esservi piaciuto.

    Anche per la lunghezza dei capelli seguiamo le indicazioni di Franco Lorenzon.

    Se portate i capelli corti, il suggerimento dello stilista è quello di optare per orecchini eclettici e unici, che però rimangano di dimensioni contenute. Quindi orecchini piccoli e particolari, i quali tuttavia devono anche accordarsi al tono della carnagione. Perfetti i classici da lobo con perla e diamante, ottimi anche quelli a bottone con colori sgargianti.

    Se invece portate i capelli lunghi, meglio optare per orecchini che riescano a non essere occultati dal ricadere sulle spalle della vostra folta chioma. Dunque modelli grandi, particolarmente vistosi, magari con pendenti o a chandelier

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    Quali orecchini scegliere in base alla forma del viso

    Ultima, ma non ultima per importanza, la scelta che riguarda gli orecchini in rapporto alla forma del viso. Questo perché i visi hanno forme diverse e per ognuna di queste forme noi possiamo scegliere degli orecchini che vi si accordino. Per valorizzare un viso triangolare, per esempio, è meglio scegliere un paio di orecchini che non abbiamo spigoli eccessivi per equilibrare il tutto. Scegliete quindi orecchini discreti, magari optate per orecchini piccoli, che abbiano in particolare forme arrotondate. Se invece avete un viso ovale, potete spaziare maggiormente. Vanno bene tutti gli orecchini, con l’unica indicazione data dallo stilista Lorenzon di non usare orecchini con pendenti che arrivino sotto la mascella.

    Se invece avete un viso spiccatamente rotondo potete armonizzare con degli orecchini lunghi e lineari, mentre sarebbe meglio evitare forme eccessivamente squadrate e spigolose. In ultimo, per chi ha un viso quadrato il sono particolarmente indicati gli orecchini ad anello.

    Speriamo che questi consigli possano esservi stati utili! E se per caso i vostri orecchini vi provocano allergia, potete dare un occhio alla nostra guida e trovare qualche utili soluzione per alleviare il problema!

  • Come pulire l’argenteria con prodotti naturali

    Come pulire l’argenteria con prodotti naturali

    Il servizio buono della nonna e la collezione della mamma di bomboniere di tutti i matrimoni di famiglia che ormai costituiscono un ricordo. Oppure il candelabro restaurato da papà, il vaso lasciatoci dalla zia o semplicemente la cornice che abbiamo trovato a quel mercatino dell’usato che però ci piace così tanto. Sono tutti esempi di argenteria, frutto cioè dell’arte manifatturiera che realizza bellissimi prodotti che arricchiscono di valore le nostre case. L’argenteria è spesso in grado di trasformare una banale cena in un momento di lusso da dedicarci. Un salotto può così divenire un luogo d’incanto in cui sembra tutto uscito da un castello e altro. Come però è facile intuire, è necessaria una certa cura per far sì che essa non subisca, prima di tutto, i segni dell’usura e del tempo in maniera impropria. Per questo abbia raccolto qualche suggerimento su come pulire l’argenteria, cercando anche qualche soluzione naturale.

    Che l’argenteria sia una marcia in più per tante case lo sta inoltre ricordando un programma televisivo molto in voga al momento. Sto parlando di Cortesie per gli ospiti. Qui tre giudici valutano, fra due coppie, chi è più meritevole di vincere una competizione. Nella gara sono valutate la capacità culinaria degli ospiti, il loro gusto nell’arredo di casa e… la loro tavola. Un valore aggiunto, innegabile, negli ultimi due punti è proprio l’argenteria, come la severa giudice Csaba non manca di far notare. Oltretutto, sembra essere un qualcosa a cui noi italiani teniamo molto, certe volte più di molti stranieri.

    Argenteria come pulirla
    Quanto arricchiscono la stanza la cornice di quello specchio, i vasi e quei candelabri?

    Come pulire l’argenteria: l’importanza della costanza

    Questo è il primo, e forse il più utile, fra i consigli. E forse anche quello che troverete citato meno in giro, giacché il web pullula di guide (molte ben fatte) che però dimenticano proprio questo punto, forse il più importante in assoluto. Quale prodotto voi scegliate, per quanto miracoloso possa essere, sarà inutile se non avete avuto cura della vostra argenteria. Questo perché l’argento, se non adeguatamente curato nel tempo, va incontro a un processo di  ossidazione che rischia di divenire irrimediabile. Per permettergli dunque di continuare a fare bella mostra di sé è necessario pulire l’argenteria con costanza; magari potete scegliere un periodo dell’anno nel quale dedicarvi a questo, un po’ come si fa col cambio di stagione.

    Come pulire largenteria
    I prodotti giusti, certo…ma preparatevi anche perché servirà anche olio di gomito!

    Come pulire l’argenteria con prodotti naturali

    Partiamo per prima cosa da quei prodotti che possono essere considerati naturali. Ci sono diversi motivi per cui preferiamo parlarvi in primo luogo di essi: in primo luogo, e ci sembra anche giusto, perché è una scelta doverosa verso il nostro pianeta. Tutti sappiamo quanto è importante contribuire al benessere dell’unico pianeta abitabile che abbiamo. Ma ci sono motivazioni più “individuali”: per esempio, molti di questi prodotti sono reperibili con facilità ed economici. E poi, è sempre meglio non avere a che fare con prodotti tossici se si può fare a meno di farlo.

    Il dentifricio

    Ebbene sì, avete letto bene. Avete presente il dentifricio, quello che usate dopo ogni pasto per i vostri denti? Avreste mai giurato che poteva essere d’aiuto anche per la vostra argenteria? Sarà un vostro insostituibile alleato nella lotta all’ossidazione. Se per caso qualche pezzo della vostra argenteria cominciasse a mostrare segni di ossidazione, ecco cosa fare.

    Basterà spremere un po’ di dentifricio sull’oggetto in questione e poi strofinare con mano leggera con uno spazzolino con setole morbide o con un panno. L’ossidazione dovrebbe andare in via in poco tempo e vedrete il vostro oggetto risplendere come nuovo.

    Il limone, l’aceto e la birra

    Sono fra i metodi più conosciuti, più usati e ci sarà anche un motivo. Per quanto sembrino più adatti alla cucina che non al salotto, in realtà sono prodotti utilissimi.

    Per quanto riguarda il limone, è possibile versare il suo succo sull’argenteria (potete anche diluirlo leggermente nell’acqua, ma in genere non è necessario) e poi strofinare con un panno di cotone. Una valida alternativa è quella di sfruttare uno spazzolino imbevuto nel succo per raggiungere gli interstizi più complessi. Ricordate di sciacquare il tutto con dell’acqua corrente!

    L’aceto è un metodo un attimo più “da pigri”: basterà immergere l’oggetto da pulire in una ciotola di acqua calda in cui avete versato due cucchiaini di aceto bianco e lasciare che questi ultimi agiscano nella mezz’ora successiva. Basterà completare l’opera pulendo le zone che ne hanno necessità col solito panno imbevuto o con lo spazzolino per terminare in scioltezza il lavoro.

    Vi sentite molto, molto pigri? Bene, allora lasciate l’oggetto un’intera notte in una ciotola piena di birra e andate a dormire. Ripescatelo l’indomani e date una bella sciacquata per osservare il risultato finale! Ci hanno detto che questo metodo funziona anche con la coca-cola (di cui conosciamo tutti molto bene gli usi domestici), ma noi non lo abbiamo testato. Eventualmente, fateci sapere se ha funzionato e come!

    Il bicarbonato di sodio per pulire l’argenteria

    Il bicarbonato di sodio è sicuramente un metodo assai sfruttato per pulire l’argenteria. Prendete una pentola, ricopritela di carta d’alluminio, versateci dell’acqua, portatela ad ebollizione e aggiungete un cucchiaio di bicarbonato. Dopodiché, inserite nel pentolino l’oggetto d’argento che dovete pulire: in pochi secondi ritroverà tutta la sua antica lucentezza (state attenti però, e magari, prima di utilizzare un oggetto a cui tenete davvero, fate una prova con uno di poco conto). Alla fine sciacquate per bene sotto l’acqua fredda. Per conservare questo splendore più a lungo, passateci sopra un panno imbevuto di poco olio d’oliva extravergine: sull’oggetto si formerà una patina protettiva assolutamente non untuosa.

    Vi è piaciuta la nostra guida su come pulire l’argenteria con prodotti naturali? Allora forse può interessarvi anche la nostra guida ai diamanti!

  • Orologio da uomo: meccanico, automatico o quarzo?

    Orologio da uomo: meccanico, automatico o quarzo?

    Con l’avvento della tecnologia è facile chiedersi a cosa serva ormai un orologio. Tutti infatti siamo più o meno sempre vicini al nostro cellulare, motivo per il quale consultare l’ora non è un problema. Eppure, l’orologio da uomo rimane molto ricercato, diffuso, apprezzato; come mai?

    La riposta è semplice: nell’orologio vi è certamente un fattore di utilità, ma è solo uno dei tanti elementi che ne compongono il fascino. Un orologio è principalmente una questione di stile: fa parte del look di qualcuno, esprime qualcosa della persona. Un orologio classico, un orologio sportivo, un cinturino più estroso. Sono tutti modi per comunicare con gli altri, per manifestare la nostra personalità

    L’orologio è infatti annoverabile fra gli accessori da uomo, laddove accessorio porta con sé il significato di non necessario, ma di scelta. Scegliere di indossare un orologio dice qualcosa di noi. Un orologio, nel mondo di oggi, non è una necessità come poteva esserlo una volta. Certo, ci permette di controllare l’ora senza tutte le distrazione connesse a uno smartphone, come per esempio gli aggiornamenti dei social (a meno che voi non abbiate optato per uno smartwatch, e anche quella è una scelta che ci dice qualcosa). Ma soprattutto è una decisione che, svincolata appunto da fattori di necessità, ci riporta alla volontà di esprime noi stessi tramite il nostro look.

    La scelta dell’orologio può tuttavia tenere in considerazione diverse esigenze dell’utente, quali per esempi il budget e le funzionalità. Cosa vuoi che faccia il tuo orologio? Dove lo utilizzerai? Che tipo di modello ti piace? Ognuno di noi merita un orologio che si perfetto per lui!

    Ecco alcuni criteri fondamentali per cominciare a farvi un’idea per il vostro orologio!

    Movimento dell’orologio, i diversi tipi

    Con movimento ai fa riferimento al meccanismo che mette in moto l’orologio, quello che fa muovere le lancette e attiva le diverse funzioni.

    Per quanto l’aspetto di un orologio sia fondamentale, è importante infatti anche il suo funzionamento!

    Possiamo dividere i movimento dell’orologio in queste sue categorie:

    • Meccanico – Un orologio meccanico è mosso da ingranaggi che vanno ricaricati manualmente.
    • Automatico – La versione automatica di un orologio meccanico manuale.
    • Quarzo – Un orologio a batteria.
    Orologio uomo stile

    L’OROLOGIO DA UOMO MECCANICO

    L’orologio da uomo meccanico è la più tradizionale delle varianti che oggi analizzeremo. Si tratta di un orologio “vecchio stile”, che necessita di un caricamento manuale. Questo perché, a differenza di quello automatico alimentato a batteria, a sovraintenderne il funzionamento sono appunto una vasta rete di lavori intricati e maestria artigianale.

    Chi lo indossa deve girare la corona più volte per avvolgere la molla e immagazzinare energia potenziale. La molla si “srotolerà” lentamente e libererà di conseguenza energia cinetica attraverso una serie di ingranaggi e molle che regolano il rilascio di energia. Quest’ultima viene quindi trasferita per girare le lancette dell’orologio e alimentare le complicazioni dell’orologio. Per caricarlo, dovrai togliere e svitare la corona, poi girare la corona in senso orario fino a sentire resistenza.

    Quest’operazione può rendersi necessaria diverse volte, ma in linea di massima è necessario percepire quando la molla principale è al massimo. Questo perché non bisogna mai forzarla e caricare oltre la resistenza perché viceversa si rischia di rompere l’orologio, o meglio il suo “motore”. Quest’ultimo è un meccanismo molto complesso, composto da circa 200 parti mobili di dimensioni molto minute.

    La precisione di un orologio meccanico chiaramente non è assoluta, ma come tutte le cose “artigianali” conserva un fascino unico. Per guadagnare la certificazione cronometrica COSC , il movimento deve operare tra -4 e +6 secondi. Pensiamo anche solo all’atto stesso di caricarlo: è un modo per prendersi cura di sé stessi e di dominare il tempo.

    Per impostare l’ora devi estrarre la corona fino a raggiungere la base dell’orologio. In questo modo la lancetta dei secondi si arresta, e potrai impostare l’ora con precisione.

    Quindi, perché scegliere un orologio automatico?

    Un orologio meccanico è un oggetto unico ed esclusivo, per certi versi impressionante. Proprio per questo motivo alcuni di essi hanno una finestra chiara sul retro, per consentire a chi voglia di osservarne il meccanismo di godersi tutto lo spettacolo. Per quanto possa poi essere fastidioso doverlo caricare e per quanto necessiti di un’alta manutenzione, è anche un vantaggio non dover dipendere dalle batterie. L’importante è che vi ricordiate di portarlo a fare controllare bene o male ogni cinque anni.

    Un altro piccolo svantaggio? Solitamente sono i più costosi. Ma, come tutti gli oggetti unici e particolari, un motivo c’è.

    Orologio da uomo elegante

    L’OROLOGIO DA UOMO AUTOMATICO

    Quando parliamo di orologio da uomo automatico ci riferiamo a un modello che prevede, come nel caso di un meccanico, una molla principale. Tuttavia, in questo caso essa è alimentata dai movimenti del polso di chi indossa l’orologio, con sistema in grado di sfruttare l’energia cinetica. Sostanzialmente, un ingranaggio girevole mette in azione un rotore che oscilla mentre il braccio si muove, caricando la molla principale.

    Inoltre, questa carica accumulata fornisce un poco di autonomia all’orologio dato che, anche se tolto dal polso, esso continuerà a funzionare ancora per altri due giorni. Poi l’orologio passerà in modalità “risparmio energetico”, ma dopo averlo ripreso sarà necessario caricarlo nuovamente a mano. Come l’orologio meccanico manuale, ciò comporta girare la corona in senso orario un paio di volte, poi impostare l’ora estraendo la levetta.

    D’altronde qui potete stare più tranquilli. Q differenza degli orologi pienamente manuali, dove avvolgere troppo e forzare la resistenza poteva compromettere il meccanismo, negli automatici questo generalmente non succede. Questo perché essi dispongono di una sorta di “valvola di sfogo”. Ovvero un meccanismo che disimpegna il meccanismo di avvolgimento, che non può essere quindi avvolto troppo.

    E’ anche possibile, se non si ha intenzione di usare l’orologio automatico per lunghi periodi, acquistare un caricatore. Quest’utilissimo utensile caricherà per voi l’orologio quando non lo indossate. Ovviamente questo accorgimento permette agli orologi automatici di essere la migliore soluzione per coloro che vogliono avere entrambi i vantaggi degli altri due modelli.

    Gli automatici sono infatti spesso molto curati e particolari, ma non necessitano di batterie e quindi vi eviteranno problemi in tal senso. Al contempo, sono perfetti per chi ha un orologio quotidiano, che usa ogni giorno e che ricaricherebbe facilmente. Ideali anche per coloro i quali non amano il pensiero di dovergli dedicare eccessiva manutenzione.

    L’OROLOGIO DA UOMO AL QUARZO

    Ecco l’orologio che ha cambiato la storia di questi accessori. Gli orologi al quarzo hanno fatto il loro debutto negli anni ’60 in Giappone. Negli anni ’80 avevano eclissato gli orologi meccanici tradizionali. L’orologio al quarzo alimentato a batteria è fondamentalmente un piccolo computer che si basa su impulsi elettrici – piuttosto che sul caricamento manuale – per mantenere l’ora.

    Prende il nome dal pezzo di cristallo di quarzo all’interno del motore elettronico. Questo cristallo è un conduttore, che regola la corrente tra la batteria e il circuito elettrico.

    A differenza di un orologio meccanico, un orologio al quarzo può essere digitale o analogico. Un orologio al quarzo digitale visualizza numericamente l’ora su uno schermo LCD, mentre un orologio analogico presenta le tradizionali lancette.

    Poiché un orologio al quarzo è alimentato da una batteria, la lancetta dei secondi si muove con singoli “tic”. Questo differisce dal movimento fluido di un orologio meccanico.

    orologio da uomo come metterlo

    Se vi è piaciuta la nostra guida agli orologi, potete leggere anche quelle riguardanti come pulire l’argenteria e i diamanti!

  • Diamanti: tutto quello che serve sapere

    Diamanti: tutto quello che serve sapere

    Diciamo la verità, chi non si è mai fermato dietro una vetrina che espone queste piccole e meravigliose gemme di nome diamanti? Chi non è mai stato ammaliato dalla brillantezza, dallo sfavillio, dai mille colori che emanano queste piccole pietre scintillanti? Chi non li ha mai desiderati per vanità o per cupidigia o per investire il proprio denaro? Ebbene sì, stiamo parlando di quella pietra preziosa e rara chiamata diamante.

    Questa meraviglia della natura è un minerale formato da carbonio, così come la grafite; solo che si differenzia da quest’ultima sia per l’aspetto che per le caratteristiche fisiche.

    Infatti il diamante è trasparente, durissimo, raro. La grafite è scura, tenera, abbastanza diffusa.

    Quello che li ha resi così differenti sta proprio nel sito che li ha formati, i diamanti sono nati a grandi profondità all’interno della terra. Hanno impiegato molto, moltissimo tempo per formarsi. In questo modo gli atomi di Carbonio si sono “collocati” ai vertici di ideali figure geometriche, cubi soprattutto, ed è questa geometria che crea i giochi di luce che conosciamo.

    diamante disegno

    La loro crescita impiega tanto tempo e per questo sono preziosi ed è difficile trovare un brillante di grandi dimensioni.

    Diamanti: non solo bellissimi, ma anche straordinariamente utili

    I diamanti sono certamente meravigliosi. I loro giochi di luce e le mille sfaccettature li rendono affascinanti e per la loro estetica sono certamente molto apprezzati. Quello che però forse molti di voi non sanno è che i diamanti sono anche pietre estremamente utili, e tutto questo per la loro durezza. Avete mai sentito l’espressione punta di diamante? In genere, nel linguaggio figurato, può indicare l’elemento migliore del gruppo, quello più forte e in grado di superare ogni ostacolo. In realtà questo modo di dire deriva dall’oreficeria e vuole collegarsi alla punta di diamante che è utilizzata per tagliare gli altri materiali, spesso e volentieri le altre pietre. Se non l’avete mai vista all’opera, vi suggeriamo di dare un occhio: il risultato può essere impressionante!

    Diamanti: il peso (o Carat Weight)

    Il Carat Weight può essere considerato come il parametro riferibile al peso del diamante. Ad ogni carato, l’unità di peso del diamante, corrispondono 0,2 grammi. La caratura, ovvero la misurazione in carati, è divisibile in 100 unità di misura, per cui un diamante da 0.75 carati può essere indicato anche come un diamante di 75 punti (e avrà come peso 0.75 gr e come dimensione 5.9 mm). Spesso si crea un po’ di confusione, anche a causa del nome, fra il Carat Weight e le dimensioni. 

    La crescita del prezzo di un diamante di un carato non è proporzionale alla crescita del suo peso. Questo perché il diamanti più pesanti sono ancora più rari in natura, per cui un diamante cospicuamente più grosso avrà un prezzo rilevantemente più alto a parità di colore, purezza e taglio.

    Diamanti: il colore da D a L

    Come si intuisce facilmente, qui parliamo della gamma cromatica dei diamanti. Voi penserete: ma io immagino il diamante “trasparente”! Ebbene, in realtà solo le pietre più rare sono di color bianco ghiaccio (o meglio, bianco eccezionale secondo la classificazione del Gemological Institute of America (GIA). E’ stato infatti quest’istituto a stabilire una scala che va da D (incolore, quindi più vicino al trasparente, le più rare e costose) sino a Z. Dopo D troviamo il colore E (bianco eccezionale), F (bianco extra +), G (bianco extra), H (bianco), I-J (bianco leggermente colorito), K-L (bianco colorito), M-N-O-P-R-S-Z (colorito). I diamanti che solitamente trovate in gioielleria vanno dal colore F al colore H, a seconda della loro qualità.

    La purezza della pietra (o Clarity)

    La purezza di un diamante valuta la presenza di “impurità”, dette in gergo tecnico inclusioni, presenti nella pietra preziosa. Di norma tutti i diamanti mostrano al loro interno tali inclusioni, che in genere tendono a non essere visibili a occhio nudo e assumono diverse forme. Proprio perché poco visibili in genere per vederle è necessario indossare lenti d’ingrandimento molto potenti, in grado di individuare dettagli altrimenti invisibili. Compaiono durante la formazione dei diamanti nel sottosuolo e sono assimilabili a caratteristiche naturali di identificazione.
    La posizione di un’inclusione può contribuire a determinare il valore di un diamante, anche perché alcune di essere possono essere nascoste dalla montatura del gioiello e quindi risultano meno evidenti. In ogni caso è estremamente raro trovare un diamante completamente privo di tali impurità.


    Le inclusioni sono valutate su di una scala di perfezione, nota come purezza, stabilita dal Gemological Institute of America (GIA). Un’inclusione al centro o sulla tavola del diamante potrebbe influenzare la dispersione della luce, diminuendo quindi la luminosità della pietra. Maggiore è la purezza del diamante, maggiore sarà anche la luminosità, il valore e la rarità della pietra.

    Il taglio della pietra

    Il taglio è il fattore principale da cui si evince la brillantezza del diamante, cioè la restituzione della luce assorbita attraverso le diverse facce.

    Il taglio si analizza anche in base alla forma, allo stile ed alla qualità.

    La forma può essere tonda, a cuore, a goccia, quadrata etc.. Lo stile è il tipo di lavorazione ed il più prezioso è il quello “brillante” caratterizzato dalla realizzazione di 57 facce che garantiscono il massimo della brillantezza possibile. La qualità è invece la valutazione complessiva sulla pulitura, simmetria e proporzione delle facce.

    Vi è piaciuta la nostra guida sui diamanti? Allora potete provare a dare un occhio anche alla nostra guida per come pulire l’argenteria!